Breganze Vespaiolo DOC Col Dovigo
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Splendido incontro tra la tipicità del vitigno Vespaiolo e la mineralità del terreno vulcanico di Breganze.
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Splendido incontro tra la tipicità del vitigno Vespaiolo e la mineralità del terreno vulcanico di Breganze.
Uvaggio Bianco tipico delle Doc Breganze, esprime aromaticità e mineralità portati all’estremo.
Coda di Volpe, uva citata già da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” col nome di “Cauda Vulpium” per il suo grappolo che in piena maturazione assume, appunto, la forma della coda della volpe.
Colore paglierino deciso, odore tipico floreale e di frutta gialla matura; sapore asciutto, vellutato, grande volume ed intensità.Il 50% in acciaio con protezione di gas inerti; il restante 50% in barrique con travaso a fine bâtonnage. All’imbottigliamento si riuniscono le due parti.
Profumo molto intenso e intrigante con sentori di frutta gialla matura, fiori bianchi e vaniglia. Sapore fresco, strutturato, di buona persistenza. Note di frutta matura tendenti all'albicocca con uno sfumato accenno vanigliato.
Greco è un uva così denominata perchè portata in Italia meridionale dai Pelasgi della Tessaglia nell’ VIII secolo A.C. È chiamata anche “aminea gemina” per la forma gemellare dei piccoli grappoli.
Fiano, uva chiamata dai Latini “Vitis Apiana” perchè le api sono particolarmente ghiotte della dolcezza di questa uva.
Vero gioiello aziendale, nasce dalla concentrazione dell’appassimento dell’uva autoctona Vespaiola.
Il gusto è pieno e morbido, con sensazioni olfattive molto delicate che vanno dal floreale allo speziato accompagnato da sentore mielato.
Vino limpido dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; al naso si presenta fine e delicato, con sentori di mela golden, ananas e banana. E' un vino assai versatile, impiegato come aperitivo si sorseggia in qualsiasi occasione; ottimo con il pesce, predilige piatti delicati.
Falanghina dal termine greco-latino “Falango”, cioè “Palo”, in quanto la caratteristica della viticoltura campana è quella della “Vite legata al palo”, o sempre dal termine greco-latino “Falange”, dandogli però il significato di “Falange” del dito al quale si vorrebbe che l’acino somigli.