Breganze Vespaiolo DOC Col Dovigo
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Splendido incontro tra la tipicità del vitigno Vespaiolo e la mineralità del terreno vulcanico di Breganze.
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Splendido incontro tra la tipicità del vitigno Vespaiolo e la mineralità del terreno vulcanico di Breganze.
Uvaggio Bianco tipico delle Doc Breganze, esprime aromaticità e mineralità portati all’estremo.
ESAME VISIVO: Giallo paglierino con riflessi dorati.ESAME OLFATTIVO: Intenso, rivela profumi di miele e fiori gialli, complesso.ESAME GUSTATIVO: Gusto invitante e piacevolmente fresco caratterizzato da raffinate note minerali e lunga sapidità.
Coda di Volpe, uva citata già da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” col nome di “Cauda Vulpium” per il suo grappolo che in piena maturazione assume, appunto, la forma della coda della volpe.
Profumo molto intenso e intrigante con sentori di frutta gialla matura, fiori bianchi e vaniglia. Sapore fresco, strutturato, di buona persistenza. Note di frutta matura tendenti all'albicocca con uno sfumato accenno vanigliato.
Greco è un uva così denominata perchè portata in Italia meridionale dai Pelasgi della Tessaglia nell’ VIII secolo A.C. È chiamata anche “aminea gemina” per la forma gemellare dei piccoli grappoli.
Fiano, uva chiamata dai Latini “Vitis Apiana” perchè le api sono particolarmente ghiotte della dolcezza di questa uva.
ESAME VISIVO: Giallo ocra carico.ESAME OLFATTIVO: Ampio ventaglio di profumi mielosi, fiori bianchi appassiti, frutta secca.ESAME GUSTATIVO: Note dolci e rimandi d’arancia candita e marmellata di albicocche, piacevole freschezza che ripulisce il palato e affianca la lunga persistenza.
Vero gioiello aziendale, nasce dalla concentrazione dell’appassimento dell’uva autoctona Vespaiola.
ESAME VISIVO: Giallo paglierino con riflessi verdolini.ESAME OLFATTIVO: Buona intensità olfattiva, nota agrumata, spiccano fiori e frutta tropicale.ESAME GUSTATIVO: Si contraddistingue per la piacevole sapidità e la gradevolefreschezza accompagnate da note fruttate.
Falanghina dal termine greco-latino “Falango”, cioè “Palo”, in quanto la caratteristica della viticoltura campana è quella della “Vite legata al palo”, o sempre dal termine greco-latino “Falange”, dandogli però il significato di “Falange” del dito al quale si vorrebbe che l’acino somigli.